Rewatch: Gli Uomini d’Oro (con Spoiler)

gli uomini d'oro - Castelli Notizie

Regia: Vincenzo Alfieri

Cast: Fabio De Luigi, Giampaolo Morelli, Edoardo Leo

Sceneggiatura: Vincenzo Alfieri, Alessandro Aronadio, Renato Sannio, Giuseppe Stasi

Genere: azione, drammatico, noir

Anno: 2019

La storia si basa su un fatto vero: una rapina alle Poste di Torino, a metà anni ’90. Infatti, anche il titolo del film si rifà a quell’avvenimento.

I protagonisti principali sono tre, ed ognuno ha un intero capitolo dedicato:

-il Playboy, Luigi Meroni, interpretato da Giampaolo Morelli. Quello che si occupa del trasporto del mezzo contenente le banconote, un napoletano molto socievole e amante delle donne e della bella vita in generale, che sogna di rifarsi una vita in Costa Rica.

-il Cacciatore, Alvise Zago, un De Luigi cupo e tetro come non si è mai visto. Amante della famiglia: moglie e figlia piccola. Per far quadrare i conti, si massacra di lavoro, dedicandosi anche a due lavori contemporaneamente: di mattina, lavora con Meroni per la Posta, e la sera va in un locale, dove aiuta il suo migliore amico, il Lupo.

-il Lupo, interpretato da Edoardo Leo, un altro attore comico che, anche qui, lo vediamo interpretare un ruolo molto più oscuro. Proprietario del locale dove lavora anche Alvise, è un ex-pugile, ha una ragazza bonissima e cubista (Mariela Garriga), che, per soldi, segue gli ordini di un boss locale.

Il tema principale di questi tre è la disperazione più totale: ciò li porterà a compiere la rapina.

Tutti e tre, per la precisione, si sentono molto tristi, perché si sentono incastrati nelle loro vite ed esistenze, impossibilitati ad uscirne da soli. L’unica salvezza diventa quindi il colpo della vita.

Ma con loro c’è anche un altro membro, Luciano Boldini, interpretato da Giuseppe Ragone, che, rispetti gli altri, ha un ruolo molto minore e fa più da sfondo, sembra essere quello più tifoso.

Gli uomini d'oro, intervista a Vincenzo Alfieri, Matilde Gioli e Mariela  Garriga - Movieplayer.it

Il film è un chiaro omaggio a Le Iene di Quentin Tarantino del 1992, entrambi i film, oltre che essere ambientati negli anni ’90, trattano di una rapina e di una banda di rapinatori, e in entrambi i film i protagonisti non fanno proprio una bella fine. Ne Le Iene, uno veniva arrestato (Mister Pink), mentre gli altri finivano morti.

Qui, solo due su quattro sopravvivono alla fine.

Ma non è sicuramente l’unica citazione: sicuramente, abbiamo anche lo stile e la trama in generale.

In entrambe le pellicole, poi, la trama non è lineare, dato che ci sono molti flashback. Non solo, poi, anche nelle Iene, il regista dedicava un intero capitolo ad ogni personaggio.

Il regista, oltre a essere anche un attore dal 2005, è un ragazzo nato a Salerno, che ora dovrebbe avere soltanto 34 anni e che è al secondo film diretto, sceneggiato e montato, da lui stesso.

Ho visto una breve e simpatica intervista fattagli da un youtuber, durante raccontava alcuni retroscena dei suoi film.

E sembra anche lui un amante del calcio: si spiega, forse, perché ne Gli Uomini d’Oro parlano spesso di calcio, anche sullo sfondo.

Il film è diretto e recitato bene, con una colonna sonora originale da sentire e risentire.

Ho trovato la parte finale un po’ sottotono rispetto alle altre.

Bello il personaggio di Luigi Meroni che manda parte dei soldi presi alla ragazza di quel momento, un’altra bonissima (Matilde Gioli).

Bellissima anche la figlia di Alvise, che si ritrova i soldi nel giocattolo.

Voto. 1.5/2

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