Creato dalla Square-Enix e disegnato da Akira Toryama (il creatore di Dragon Ball), esce per la prima volta nel 2006 in tutto il mondo. Dal 2014 era disponibile una sua versione su ipad, ed è questa che ho giocato e finito.
Il gioco in questione è, forse, il più lungo a cui abbia mai giocato. Sapete quante ore mi ci sono volute per finirlo? Quasi 90 ore.
La serie di Dragon Quest è una serie popolarissima che si va contrapporre a quella, però, più famosa di Final Fantasy. Nel nostro occidente, si è andata a diffondere di più la saga di FF, perché il tratto di Toryama, che contraddistingue tutta la serie di DQ, viene visto, proprio in occidente, come più bambinesco, e quindi, la serie di Dragon Quest è finita per essere un po’ snobbata qui nell’ovest. Comunque, questo è stato il primo capitolo che abbia mai giocato di questa serie. Premetto che ho giocato e finito parecchi FF e vari giochi di ruolo.
Parliamo, innanzitutto, delle differenze tra la versione che uscì nel 2006 e quella che ho giocato su ipad. Ovviamente, quest’ultima è più carente graficamente. Poi, le voci non si sentono, rispetto al gioco del 2006. Ma la differenza che mi ha bruciato di più è quella relativa al vestiario; nel gioco, ovviamente, come tutti i giochi del genere, è possibile comprare armature ed elmi; nel gioco vecchio, ogni armatura ed elmo si vedeva sui personaggi; mentre nella versione che ho giocato io, i protagonisti rimangono vestiti con gli stessi abiti dall’inizio del gioco fino alla fine, con rarissime eccezioni. Cosa bruttissima, per me.
I protagonisti giocabili sono:
L’Eroe, il cui nome glielo dovrete mettere voi; valoroso ed altruista, però, non parlerà mai per tutto il gioco, quindi, io lo considero un po’ piatto.
Yangus, grosso e basso, fa il ladro per vivere. Tra i protagonisti, è quello che mi è piaciuto di più.
Jessica, una bella maga di nobili origini.
Angelo, un attraente templare, amante delle ragazze.
Questo gruppo sarà supportato da:
Trode, un omino verde alto circa 50 cm, era un Re umano, prima che un potente stregone dall’aspetto di clown non gli distruggesse il Regno e non lo trasformasse in un mostricciatolo verde. Il sottotitolo “l’Odissea del Re Maledetto” è riferito a lui.
Medea, la figlia di Trode e la bellissima ex-principessa del suo Regno, è stata trasformata in un cavallo, sempre dallo stesso stregone che ha trasformato il padre.
Tutto questo gruppo si va ad opporre allo stregone clown, antagonista del gioco, Dhoulmagus; i nostri protagonisti saranno sulle sue tracce per la maggior parte del gioco. E lo stregone si manterrà misterioso fino alla fine.
Gameplay. Abbiamo di fronte un gioco con un classico sistema a turni. Le opzioni disponibili, quando state combattendo, sono: Attacca, Difendi, Carica, Oggetti, Magie, Abilità, Scappa, Spaventa. L’opzione Carica permette di caricarsi per tirare in seguito un colpo più potente. Ogni volta che viene il vostro turno, il tempo si ferma e potrete scegliere tra questi opzioni con tutta calma. Potete dare anche degli ordini prefissati ai personaggi, così da velocizzare i combattimenti.
Tra i mini-giochi, quello che ho apprezzato di più è quello della “Monster Arena”. Durante il gioco, infatti, si possono ottenere dei particolari mostri, sconfiggendoli. Una volta ottenuti, si possono far combattere nella Monster Arena. I party sono formati da tre mostri e ci sono vari rank, si parte dal rank F, per poi salire fino al rank S, dove bisognerà vincere i mostri più forti. Non sono riuscito a vincere il rank S, purtroppo. Il capo della Monster Arena, nonché possessore dei mostri più forti nel rank S, si chiama Morrie ed è una copia spiaccicata del Mr Satan di DB.
Critiche sparse:
-la storia del gioco è sicuramente bella, ma secondo me, il gioco è troppo lungo. Sarebbe stato più bello se fosse durato di meno. Questo perché, ad un certo punto, mi sono veramente annoiato; andavo avanti solo per finire il gioco.
-secondo me, alcune cose non sono state calibrate bene, come i punti exp. In DQ, mi è capitato di dover “expare” anche parecchi giorni di fila per riuscire a battere il boss di turno, cosa mai accaduta in altri gdr a cui ho giocato, per quello che ricordo. Gli scontri casuali, dopo un po’, diventano monotoni.
Commento finale: alla fine, il gioco è bello e ci si può dare uno sguardo sicuramente. Per me, che sono un veterano dei gdr, la storia non ha emozionato più di tanto, con qualcuno di voi, potrebbe essere differente.
Dragon Quest VIII: l’Odissea del Re Maledetto
Creato dalla Square-Enix e disegnato da Akira Toryama (il creatore di Dragon Ball), esce per la prima volta nel 2006 in tutto il mondo. Dal 2014 era disponibile una sua versione su ipad, ed è questa che ho giocato e finito.
Il gioco in questione è, forse, il più lungo a cui abbia mai giocato. Sapete quante ore mi ci sono volute per finirlo? Quasi 90 ore.
La serie di Dragon Quest è una serie popolarissima che si va contrapporre a quella, però, più famosa di Final Fantasy. Nel nostro occidente, si è andata a diffondere di più la saga di FF, perché il tratto di Toryama, che contraddistingue tutta la serie di DQ, viene visto, proprio in occidente, come più bambinesco, e quindi, la serie di Dragon Quest è finita per essere un po’ snobbata qui nell’ovest. Comunque, questo è stato il primo capitolo che abbia mai giocato di questa serie. Premetto che ho giocato e finito parecchi FF e vari giochi di ruolo.
Parliamo, innanzitutto, delle differenze tra la versione che uscì nel 2006 e quella che ho giocato su ipad. Ovviamente, quest’ultima è più carente graficamente. Poi, le voci non si sentono, rispetto al gioco del 2006. Ma la differenza che mi ha bruciato di più è quella relativa al vestiario; nel gioco, ovviamente, come tutti i giochi del genere, è possibile comprare armature ed elmi; nel gioco vecchio, ogni armatura ed elmo si vedeva sui personaggi; mentre nella versione che ho giocato io, i protagonisti rimangono vestiti con gli stessi abiti dall’inizio del gioco fino alla fine, con rarissime eccezioni. Cosa bruttissima, per me.
I protagonisti giocabili sono:
Questo gruppo sarà supportato da:
Tutto questo gruppo si va ad opporre allo stregone clown, antagonista del gioco, Dhoulmagus; i nostri protagonisti saranno sulle sue tracce per la maggior parte del gioco. E lo stregone si manterrà misterioso fino alla fine.
Gameplay. Abbiamo di fronte un gioco con un classico sistema a turni. Le opzioni disponibili, quando state combattendo, sono: Attacca, Difendi, Carica, Oggetti, Magie, Abilità, Scappa, Spaventa. L’opzione Carica permette di caricarsi per tirare in seguito un colpo più potente. Ogni volta che viene il vostro turno, il tempo si ferma e potrete scegliere tra questi opzioni con tutta calma. Potete dare anche degli ordini prefissati ai personaggi, così da velocizzare i combattimenti.
Tra i mini-giochi, quello che ho apprezzato di più è quello della “Monster Arena”. Durante il gioco, infatti, si possono ottenere dei particolari mostri, sconfiggendoli. Una volta ottenuti, si possono far combattere nella Monster Arena. I party sono formati da tre mostri e ci sono vari rank, si parte dal rank F, per poi salire fino al rank S, dove bisognerà vincere i mostri più forti. Non sono riuscito a vincere il rank S, purtroppo. Il capo della Monster Arena, nonché possessore dei mostri più forti nel rank S, si chiama Morrie ed è una copia spiaccicata del Mr Satan di DB.
Critiche sparse:
-la storia del gioco è sicuramente bella, ma secondo me, il gioco è troppo lungo. Sarebbe stato più bello se fosse durato di meno. Questo perché, ad un certo punto, mi sono veramente annoiato; andavo avanti solo per finire il gioco.
-secondo me, alcune cose non sono state calibrate bene, come i punti exp. In DQ, mi è capitato di dover “expare” anche parecchi giorni di fila per riuscire a battere il boss di turno, cosa mai accaduta in altri gdr a cui ho giocato, per quello che ricordo. Gli scontri casuali, dopo un po’, diventano monotoni.
Commento finale: alla fine, il gioco è bello e ci si può dare uno sguardo sicuramente. Per me, che sono un veterano dei gdr, la storia non ha emozionato più di tanto, con qualcuno di voi, potrebbe essere differente.
Voto: 6.5/10
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