Dark Universe – Ventiquattresimo Capitolo

24° Capitolo: Dal Tramonto all’Alba

Texas

Qui, gli uomini del posto se l’erano cavata molto bene, riuscendo a liberare intere regioni dagli Zombie. Uno dei motivi era che qui tutti erano armati e sparavano: donne, bambini, vecchi.

Gli uomini del posto, inoltre, non avevano smesso, nonostante la nebbia ed i pochi Zombie in zona, di viaggiare per il loro Stato con auto e moto.

Alcuni locali avevano continuato a lavorare, come se non fosse accaduto mai niente.

C’era un locale notturno, chiamato Titty Twister, dove c’era musica, ballerine, prostitute ed alcol. Era un locale che si trovava lontano dalle normali zone abitate, e qui, vi venivano molti uomini che si trovavano a passare in questo posto. I Zombie non erano mai arrivati fino a questo locale, almeno finora, quindi era considerato un posto molto sicuro.

 

Una notte, arrivarono al locale quattro tipi.

Il primo che entrò, si chiamava Lawrence. Aveva borse sotto agli occhi ed uno sguardo grave. Capelli scuri. Portava un cappottino marrone, dei blue jeans ed una camicia bianca.

Il secondo si chiamava Constantine. Capelli biondi; faccia da malandrino con sigaretta accesa in bocca; cappottino di un giallino scuro; camicia bianca e cravattino rosso scuro; pantaloni scuri.

Il terzo si chiamava Casper. Era il più giovane, poco più che un ragazzo; capelli biondi pettinati su un lato ed occhi chiari; maglia scura, cappotto bordò.

Il quarto si chiamava Robert. Era un uomo alto di colore; i capelli cortissimi, quasi inesistenti; giacchetta nera; maglia e pantaloni grigi. Era l’unico del gruppo ad essere armato; cosa molto strana di questi tempi. Portava un AK-47 appeso ad un lato.

 

Quando entrarono nel locale, si accorsero della presenza di un’altra ventina di clienti. Parecchi sembravano tipi forti e rozzi. Tutti i clienti, solitamente, posavano le armi all’entrata del locale, in un’armeria fatta proprio per ciò. Ma, alcuni, preferivano poter portare le loro armi anche dentro al locale; in questo periodo, se insistevano era meglio non contraddirli. Tutti avevano perso tanto, ed ognuno cercava di andare avanti come poteva. In nessun posto, nessuno si sentiva più al sicuro veramente.

Nel locale, in quel momento, c’erano delle ragazze che ballavano su un palco. C’era una band musicale che suonava ed accompagnava il ballo delle ragazze; pare sarebbe rimasta tutta la notte a suonare. Le ragazze che ballavano erano le stesse che servivano dietro ai banconi ed ai tavolini; oltre a ciò, ovviamente, si guadagnavano da vivere offrendo anche il loro corpo a buon prezzo. C’erano circa 25 ragazze in quel momento. A parte loro, c’erano i 4 che formavano la band; un cassiere vecchio, grosso, pieno di tatuaggi e dallo sguardo cattivo; un altro tipo di guardia all’armeria e due che facevano la guardia fuori.

 

I 4 si sedettero ad un tavolo ed arrivò subito una ragazza a prendere le ordinazioni.

“Cosa prendete ragazzi?”

Era bionda; doveva avere sui vent’anni; aveva un seno generoso e portava dei calzoncini corti.

Lawrence: “Un Gin.”

Constantine: “Una Vodka.”

Casper: “Un Rum.”

Robert: “Un Whisky.”

“Va bene, ragazzi… adesso vi faccio avere tutto… volete un po’ di compagnia, intanto che state qui?”

Lawrence: “Per adesso, no… magari più tardi.”

 

Dopo che la ragazza se ne fu andata, gli uomini iniziarono a parlare.

Robert: “Questo posto è fico… mi piace.”

Lawrence: “Ci stanno guardando tutti… hanno fiutato che non siamo proprio dei comuni viaggiatori.”

Constantine: “Non penso che questi tre zoticoni siano così intelligenti… in ogni caso, a vedere tutte queste pollastrelle in un posto solo, mi sta salendo la temperatura corporea… penso che me ne dovrò fare più di una, prima che ce ne andiamo via.”

 

Molti clienti davano l’idea di essere motociclisti e contadini. Parecchi stavano bevendo; alcuni avevano le ragazze del locale in braccio; alcuni stavano giocando a carte, altri a biliardo. Due ragazze avevano appena smesso di ballare sul palco, ed anche la band aveva smesso di suonare, quando sul palco era salito il cassiere.

“Signori… è arrivato il momento che tutti stavate aspettando… la ragazza più bella del locale… la donna più sexy del pianeta… lei è la nostra Regina… applaudiamola tutti… Santanico Pandemonium.”

La band tornò a suonare, questa volta una musica più incalzante.

Sul palco, con sorpresa di tutti, salì veramente la donna più sexy del pianeta.

Lei era nuda, se non per un perizoma rosso scuro. Aveva la pelle abbronzata e ben oliata. Le sue forme erano sinuose come quelle di un serpente. E quando iniziò a ballare, le sue forme frustarono tutti i presenti.

Constantine iniziò a guardala fisso. Molto intensamente.

Lei continuò a ballare, con i suoi lunghi capelli scuri che si scuotevano nell’aria.

Tutti la stavano guardando fissa, ma lei, ad un certo punto, andò proprio da Constantine. Raggiunse il tavolino dei quattro, saltando da un tavolo all’altro.

La musica stava continuando ancora, quando Lei si era fermata sul loro tavolino e guardava Constantine; lui era seduto e continuava a guardare lei. D’un tratto, lei prese la bottiglia di Vodka di Constantine; aprì la bottiglia e bevve dalla stessa.

Constantine continuò a guardarla stregato. Lei, dopo aver finito di bere, calò il suo piede destro sui pantaloni di lui, per tastarglielo e, poi, masturbarlo.

Dopo poco, “il fiume esplose” ed allagò i pantaloni di Constantine.

La musica continuò, e Santanico ritornò sul palco, facendo lo stesso passaggio sui tavolini. Continuò il suo ballo ancora un po’, poi finì e salutò tutti con un cenno, per poi scomparire in un’altra stanza.

Tutti i clienti erano ancora scioccati e ipnotizzati.

 

Casper: “Ti ha fatto un bel servizietto.”

Constantine: “Quella è una maiala come ce ne potranno essere due-tre al mondo… è stata una buona idea venire qui.”

Lawrence: “Quella non è semplicemente maiala… è proprio cattiva… è spietata.”

Robert: “Secondo me, tutti noi insieme…. con quella… non dureremo tanto.”

Poco dopo, venivano quattro splendide ragazze al loro tavolo.

Constantine: “Noi non abbiamo chiesto compagnia.”

Le ragazze erano perplesse che quei quattro ancora non volessero compagnia e che le avessero anche rifiutate, e si allontanarono anche un po’ infastidite.

Qualche ora dopo, parecchi clienti erano già saliti al secondo piano, ognuno con una ragazza. Alcuni di loro, avrebbero trascorso il resto della notte lì.

La musica continuava ancora ma la Band iniziava a sembrare stanca. Tutti i componenti erano parecchio sudati.

 

Ad un certo, tutte le entrate e le uscite furono sigillate.

Dopo ciò, tutte le ragazze del locale iniziarono a mostrare il loro vero aspetto. Tutte loro, infatti, erano vampire ed ora ognuna di loro attaccò l’uomo con cui si trovava, per dissetarsi del loro sangue.

Di colpo, il cassiere e altri tre tipi, si avvicinarono al tavolo dei nostri quattro.

Cassiere: “Voi siete la nostra cena.”

Constantine: “E’ arrivato il momento che aspettavamo. Let’s go!”

Tutti loro si alzarono in piedi.

Due secondi dopo, i 4 assalitori erano stecchiti a terra. Erano vampiri ma non erano, né invincibili, né immuni al dolore.

 

Tutti i Vampiri, compresi le ragazze ed i membri della band, circondarono i quattro.

Uno di loro, il cantante, parlò: “Come potete essere così forti?! Siete dei semplici umani.”

Constantine: “Ve lo posso assicurare… noi sembriamo umani… ma siamo qualcosa di più…”

Apparve Santanico: “Cazzone… io sono veramente la Regina dei Dannati… io ed i miei fedeli sottoposti, vi succhieremo via fino all’ultima goccia del vostro sangue.”

Dai piani sottostanti, arrivò un numero spropositato di Vampiri. Parecchi erano vecchi e deformi; quasi tutti erano seminudi e parevano selvaggi.

L’Esercito circondò i nostri protagonisti.

 

Constantine: “Ragazzi, penso sia il momento di dividerci… io penso alla SucchiaCazzi…”

Lawrence: “Finalmente, posso lasciarmi andare completamente.” – dopo aver detto ciò, si trasformò in un grosso uomo lupo e saltò su un gruppo di nemici.

 

Un Vampiro vecchio e deforme, provò a colpire Casper con un’ascia. Ma l’ascia passò attraverso il corpo del ragazzo, come se fosse stato intangibile.

Casper: “Io sono un fantasma… sicuramente, voi non potete uccidermi… perché sono già morto.”

Dopo aver detto ciò, stese la sua mano nel corpo del vecchio vampiro. La mano di Casper era diventata anch’essa intangibile e, dopo essere entrata nel corpo del vampiro, diventò di nuovo tangibile. La mano strinse forte il cuore del nemico, fino a stecchirlo.

 

Santanico mandò alcuni suoi sottoposti deformi contro Constantine.

Constantine: “Ghiaccio!”

Le sue mani lanciarono una potente onda di ghiaccio che congelò circa venti nemici.

Santanico: “Ma tu che cosa sei??”

Constantine: “Semplicemente… un mago.”

 

Robert, intanto, stava sparando con il suo Ak-47 e stava abbattendo un sacco di nemici e non faceva avvicinare nessuno. Sotto la sua giacca, nascondeva molte munizioni.

 

Santanico attaccò Constantine con un calcio, ma quest’ultimo era protetto da una barriera.

Constantine: “Si chiama Barriera Spirituale… in ogni caso, devo ammettere che il tuo calcio era estremamente forte e veloce… se mi avessi colpito, mi avresti ucciso… dimmi la verità, quanti secoli hai?”

Santanico: “A dire la verità… poco più di un secolo… posso dire di essere ancora giovane… comunque, tra di voi, il vero ed unico umano normale è il vostro compagno negro… tra poco finirà i colpi e finirà male.”

Constantine: “ Tu non consci Robert Neville… quell’uomo è rimasto a New York City, da solo, per un mese, con decine di milioni di zombie che gli davano la caccia… ed è sopravvissuto… Robert non è un uomo… Lui è una Leggenda.”

 

Robert, dopo aver finito i colpi, aveva tirato fuori un grosso coltello, con cui stava affrontando, senza troppi problemi, un intero gruppo di Vampiri.

Robert: “Questi sono Vampiri non sono poi così forti…”

Nel gruppo, era il più abile nelle armi e nel puro corpo a corpo. Si era addestrato per tanti nell’Esercito americano.

 

Dopo quasi mezz’ora, i nostri protagonisti resistevano e continuavano ad abbattere nemici. Nel frattempo, però, anche i nemici non smettevano di arrivare.

Lawrence: “Ma come fanno ad essere così tanti?! Di questo passo, andremo per le lunghe.”

Santanico aveva provato più volte ad attaccare il Mago, ma non era ancora riuscita a colpirlo. Constantine aveva dimostrato anche di poter muovere le cose con la mente.

Casper, essendo un fantasma, non poteva morire, ma iniziava a sentire la stanchezza anche lui. Inoltre, Casper non era in grado di abbattere tutti i nemici come riuscivano a fare i suoi compagni.

 

Constantine: “Presto finirò le mie energie e non potrò più usare magie… penso sia arrivato il momento di usare quella Magia… ragazzi, dietro di me.”

Gli altri tre raggiunsero rapidamente Constantine, e si misero dietro di lui.

Santanico: “Cosa pensate di fare?!”

Constantine: “Ora, vedrai… Evocazione… aiutaci, Nergal!!!”   

Si aprì un enorme varco inter-dimensionale.

Da questo varco, uscì Nergal. Un demone rosso grande 5 metri.

La sua pelle bruciava e fumava. Le sue corna erano grandi quasi quanto dei pilastri, ed erano rivolte verso il basso. Su ogni dito, il demone aveva un anello; su ogni anello, era inciso un simbolo.

Nergal: “Avrete per un solo 10 secondi la mia forza a vostra disposizione.”

Constantine: “Dieci secondi saranno più che sufficienti… distruggi i nostri nemici.”

Nergal si illuminò, e l’intero locale esplose, con tutti quelli all’interno. Tranne i nostri 4 protagonisti.

Il locale era finito quasi del tutto distrutto, e tutti i nemici si erano dissolti nell’aria.

Nergal scomparve.

I 4 se ne andarono da dove erano venuti.

 

Poco dopo, arrivò l’alba. Le prime luci dell’alba illuminarono il locale distrutto; dietro di esso c’era un precipizio. Il locale era stato costruito sulla sommità di una piramide azteca, e questa si poteva vedere solo da dietro. Nel precipizio, vi si trovava un cimitero di scheletri ed automezzi.

 

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