Dark Universe – Ventriteesimo Capitolo

23° capitolo: Overture     

Parigi

Teatro dell’Opera

Il teatro era completamente deserto e desolato. Tutto stava iniziando a logorarsi. Parecchi sedili erano sporchi di sangue.

Sul palco, c’era solo un cantante. Aveva la pelle di colore pergamena; senza naso; con degli occhi molto infossati.

Stava cantando. Con una voce, incredibilmente, melodiosa e fascinosa.

Quando, nel teatro, entrò qualcun altro.

Si trattava di un gobbo. Era un ragazzo, ma aveva un’enorme gobba sulla schiena. Era robusto ed aveva braccia forti. Aveva una faccia grossa e deforme; con un occhio aperto, ed un altro chiuso.

“Ho perso Esmeralda per colpa tua.” – disse il gobbo.

Il cantante fermò il suo canto.

“Io l’ho amata, nel momento in cui l’ho vista, con come nessun’altra… l’ho amata così tanto che non potevo farla parlare con gli altri… non potevo sopportare che altri la potessero vedere… doveva essere solo mia… perciò, ho deciso di mangiarla.” – disse il cantante.

“Fantasma dell’Opera… il Generale posto al comando di Parigi… è arrivato il momento che tu assaggi la mia ira.”

“Brutto e stupido gobbo, pensi di veramente di potermi battere?! Se ti ho lasciato in vita finora, è stato per semplice pietà.”

“Io non sono in grado di batterti… ma i miei amici, si.”

Dalle finestre del teatro, irruppero nella sala delle  creature volanti, che parevano demoni. Erano a decine.

Fantasma: “Non può essere…?!! Questi sono…?!”

Le creature volanti attaccarono, in massa, il cosiddetto Fantasma, facendolo a brandelli in poco tempo.

Gobbo: “Mi sono fatto amici potenti a Notre-Dame… si chiamano Gargoyles.”

 

Roma

Piazza Venezia

Un gruppo di sopravvissuti era stato attaccato da Tre Streghe: la Madre dei Sospiri, la Madre delle Tenebre e la Madre delle Lacrime.

Madre dei Sospiri: “Noi abbiamo evocato Malaborgia su questo pianeta… e lui ci ha rese più forti ed immortali.”

La Madre dei Sospiri era una donna anziana; la Madre delle Tenebre era una ragazzina e la Madre delle Lacrime era una donna bella e sensuale.

Tutte e tre, erano nude e non erano zombie.

La donna anziana faceva piovere veleno; la ragazzina aveva fatto comparire, su tutto il terreno circostante, delle puntine; la donna manipolava i topi.

La donna bella: “Morite, così non dovrete più soffrire.”

 

Parecchi uomini finirono feriti o uccisi o avvelenati; altri scapparono via.

 

Quando arrivarono loro.

Un gruppo di venti persone, tutti vestiti di bianco ed incappucciati in lunghi mantelli, prese la direzione delle streghe. Su ogni mantello, vi era segnato il numero 13 in romano: XIII.

Le Tre Streghe non poterono che rimanere enormemente sorprese, quando si resero conto che questi, vestiti di bianco, erano immuni ai loro poteri.

Né il veleno li avvelenava; né le punte a terra li ferivano; né i topi li attaccavano.

Davanti a tutti, c’era il capo di quel gruppo, che iniziò a parlare.

“Mostri… noi siamo l’Organizzazione Iscariota… veniamo dal Vaticano… proteggiamo il Papa e dobbiamo difendere anche questa città… il mio nome è Enrico Maxwell… i vostri poteri non possono funzionare su di noi, che siamo protetti da Dio… sappiate che, una settimana fa, ci siamo occupati della vostra compagna, denominata Satanik.”

La ragazzina: “Noo… questi bastardi hanno ucciso Marny… ci aveva aiutato anche lei ad evocare Malaborgia… ed anche lei era stata premiata con grandi poteri… come avete potuto sconfiggerla?!”

Enrico: “Ora, lo vedrete… Iscariota, all’attacco!”

Tutti i membri tirarono fuori delle armi da fuoco; chi pistole e chi fucili.

Quando i Guerrieri Bianchi spararono, le Tre Streghe rimasero ferite gravemente.

La donna anziana: “Noo… le vostre armi non sono comuni.”

Enrico: “Le nostre armi sono benedette da Dio in persona… assaggiate la loro potenza.”

Le Tre Streghe non ebbero tempo di fare niente; furono colpite ancora, ed ancora, fino a quando, non iniziarono a decomporsi.

Enrico: “Andersen… finiscile!”

Andersen: “Come comanda, Vostra Signoria.”

Andersen, che era riconosciuto come il più forte dell’Iscariota, tirò fuori delle lunghe lame, con cui fece a pezzi le tre streghe.

 

Milano

I sopravvissuti di tutta la città e provincia, si erano radunati nel centro città, dove avevano creato un muro che li proteggeva dai Non-Morti.

Fu scelto un tale di nome Prospero, come capo della zona.

Un giorno, questo Prospero, in barba alla Morte, alla Sofferenza, al Dolore ed all’Oscurità che stavano alleggiando in tutto il mondo, volle organizzare una grande festa in maschera, in un grande palazzo del centro città.

Quella notte, arrivarono a centinaia, tutti mascherati.

Nella sala principale, c’era la musica e luci di ogni genere. Lungo una parete, c’era un enorme tavolo pieno di cibo. Lungo l’altra parete, c’era un enorme tavolo pieno di alcol di tutti i tipi. Negli angolini della sala, c’erano dei piccoli banchetti dove si poteva prendere cocaina. Ed, in quel palazzo, quella sera era tutto gratis. In mezzo alla sala, tutti ballavano e si davano all’euforia. C’erano delle cubiste che ballavano semi-nude e con dei reggicalze; anche loro, però, erano mascherate. Collegati alla grande sala, c’erano degli stanzini bui, da cui si poteva vedere cosa accadesse nella sala grande in qualsiasi momento e si tenevano orge di ogni maniera.

Prospero era travestito da Principe quella notte; la sua compagna era travestita da Sirena. Entrambi ballavano e bevevano.

Ad un certo punto, iniziò la gara per nominare il miglior travestito della nottata.

Tutti i partecipanti dovevano passare per un tappetto rosso, che attraversava l’intera sala. Ogni partecipante, che camminava per tutta la sala, era osservato da tutti, e quando arrivava da Prospero, che era seduto su un trono, Prospero doveva dare, poi, un voto al travestimento.

Chi avesse vinto, avrebbe potuto chiedere qualsiasi cosa a Prospero; almeno, così si diceva.

Tutti erano ebbri dall’alcol e dalla cocaina; c’erano coppie che si univano dovunque; c’erano molti svenuti dagli eccessi; c’erano grida e risa in ogni parte.

Ad un certo punto, fece la sua apparizione un concorrente eccentrico. Costui era ricoperto da una veste completamente sporca di sangue; di vero sangue; tutti poterono sentire il suo fetore. Ed attraversò tutta la sala, guadagnandosi gli sguardi di tutti.

Prospero non prese bene questo travestimento.

“Maledetto, come osi rovinare la nostra notte di felicità?? Come ti è venuto in mente di usare un travestimento così di cattivo gusto?! Che nessuno lo facci uscire da questa sala… costui ha bisogno di una punizione.”

Tutti circondarono il travestito.

“Stanotte, la Morte è qui… solo per voi!” – disse il travestito

Tutti i presenti caddero, come foglie d’autunno.

Anche Prospero cadde.

 

Tutti i sopravvissuti del centro caddero morti.

A breve, sarebbero risorti in una nuova vita.

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